Stratigrafia dei depositi pleistocenico-olocenici dell’area costiera di Metaponto compresa fra Marina di Ginosa ed il Torrente Cavone (Italia meridionale): carta geologica in scala 1:25.000

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Collocazione:
Il Quaternario Italian Journal of Quaternary Sciences, 22(2), 2009, 307-324
Autore/i:
Tullio PESCATORE, Piero PIERI, Luisa SABATO, Maria Rosaria SENATORE, Salvatore GALLICHIO, Modestino BOSCAINO, Antonietta CILUMBRIELLO, Roberto QUARANTIELLO & Giovanna CAPRETTO
 

GALLICCHIO S., SENATORE M.R., SABATO L., CAPRETTO G., CILUMBRIELLO A. & QUARANTIELLO R. (2009) – Carta geologica dell’area costiera di Metaponto fra Marina di Ginosa ed il Torrente Cavone. Scala 1:25.000 In: Pescatore T., Pieri P., Sabato L., Senatore M.R., Gallicchio S., Boscaino M., Cilumbriello A., Quarantiello R., and Capretto G. (2009) - Stratigrafia dei depositi pleistocenico-olocenici dell'area costiera di Metaponto fra Marina di Ginosa ed il Torrente Cavone (Italia meridionale). Il Quaternario, 22/2, 307-324, 1 tav. f. t.

 

Abstract:

Al fine di migliorare le conoscenze geologico-stratigrafiche dell’area costiera metapontina, è stato svolto un rilevamento geologico di dettaglio nella zona compresa fra Marina di Ginosa (provincia di Taranto) ed il Torrente Cavone (provincia di Matera). Il rilevamento è stato corredato da osservazioni dei caratteri di facies effettuate sia lungo sezioni stratigrafiche esposte che su sondaggi ottenuti tramite cinque perforazioni a carotaggio continuo che hanno attraversato depositi dell’Olocene e del Pleistocene medio - superiore fino ad una profondità di circa 120 m. I depositi affioranti sono stati distinti in due principali unità: ”depositi sabbioso-conglomeratici dei prismi costieri regressivi” (Pleistocene superiore) e “depositi della piana di Metaponto” (Olocene). I primi depositi, sabbioso-conglomeratici, sono stati suddivisi in tre unità litostratigrafiche; le prime due, spesse al massimo 15 m, e rappresentate da prismi formatisi in seguito ad interazioni fra oscillazioni del livello del mare e sollevamento regionale, sono riferibili alle “sabbie e conglomerati di Policoro” e alle “sabbie e conglomerati di Masseria Ricotta” che, in base all’osservazione dei caratteri di facies, sono state attribuite ad ambienti variabili dal marino poco profondo al continentale. La terza unità, in discordanza sulle precedenti, è formata da un “prodotto eluviale” discontinuo e di esiguo spessore. I “depositi della piana di Metaponto”, tutti di età olocenica e spessi in genere pochi metri, sono stati invece suddivisi in “depositi continentali” e “depositi di transizione”. I primi sono rappresentati da depositi da fini a grossolani, di origine eluvio-colluviale, fluviale, lacustre e palustre; i secondi invece, sono rappresentati da depositi sabbiosi e/o siltoso-argillosi di spiaggia-duna (attuali ed abbandonati) e deltizi (attuali ed abbandonati). I depositi sepolti sono stati distinti in tre unità grazie all’individuazione di due nette superfici di discontinuità. L’unità più bassa (denominata “substrato”), attraversata per uno spessore massimo di 76 m e riscontrata a partire da profondità variabili da 13 m a 44 m spostandosi da terra verso mare, è costituita da depositi argilloso-siltosi, con intercalazioni di strati sabbiosi, che verso l’alto passano a depositi sabbiosi e sabbioso-ghiaiosi. Tali depositi mostrano caratteri di facies riferibili ad ambienti variabili dalla piattaforma all’avanspiaggia. L’età di questi depositi è Pleistocene medio - superiore. In contatto erosivo sul substrato si rinviene un’unità definita “depositi della piana sepolta di Metaponto”, con geometria cuneiforme, e con spessori perforati variabili da 0 a 7 m spostandosi da terra verso mare. Tale unità è formata da depositi sabbioso-ghiaiosi mostranti caratteri di facies variabili dal continentale al marino poco profondo. L’età è riferibile al Pleistocene superiore. In erosione su tali depositi, o direttamente sul substrato, si rinviene infine un’unità sabbiosa e sabbioso-ghiaiosa, corrispondente ai “depositi della piana di Metaponto”, con geometria cuneiforme, e con spessori che aumentano da terra verso mare, fino ad un massimo misurato di circa 48 m. L’analisi di facies ha permesso di riferire tali depositi alla progradazione di un sistema di spiaggia, a luoghi associato lateralmente ad un sistema deltizio, passante distalmente ad un sistema di piattaforma. Grazie ad una datazione radiometrica effettuata su un guscio di lamellibranco rinvenuto in un sondaggio alla profondità di 35 m, è possibile riferire tali depositi all’Olocene. L’insieme dei dati raccolti ha permesso di realizzare una carta geologica in scala 1:25.000 nella quale sono state cartografate numerose unità litostratigrafiche che formano un quadro nuovo e maggiormente dettagliato rispetto a quello vigente nella letteratura ufficiale. Le sezioni geologiche a corredo, integrate anche con i dati dei sondaggi, consentono di ricostruire la geometria dei depositi sepolti, e di delineare la storia evolutiva del prisma olocenico nel tratto di costa considerato.

In order to improve the geological and stratigraphic knowledge of the Metaponto coastal area a detailed geological survey has been performed between Marina di Ginosa (Taranto) and Cavone river (Matera). Furthermore, a facies analysis either along stratigraphic sections or on cores obtained from five continuously-cored boreholes, drilling in the Holocene and middle – upper Pleistocene deposits up to 120 m of depth, has been carried out. The outcropping deposits have been distinguished in: upper Pleistocene “sandy-conglomeratic deposits of the regressive coastal prisms” and Holocene “Metaponto plain deposits”. The first deposits are subdivided into three lithostratigraphic units. The first two units have a thickness variable up to 15 m, and are represented by sandy-conglomeratic prisms resulting from the interplay between sea-level fluctuations and regional uplift; they are referred to “sabbie e conglomerati di Policoro” and “sabbie e conglomerati di Masseria Ricotta”, showing facies features of shoreface passing upward to continental environments. The third unit, up to 2 m thick, is an “eluvial product”, made up of reddish sands with gravelly layers unconformably and discontinuously overlaying the previous deposits. The Holocene “Metaponto plain deposits” have been distinguished in: “continental deposits” and “transitional deposits”. Continental deposits are represented by mainly some meters thick fine- to coarse-grained sediments of eluvial, fluvial, lacustrine and palustrine environments. Transitional deposits are represented by some meters thick sandy and silty Holocene beach-dune systems (modern and ancient) and sandy and clayey-silty deltaic systems (modern and ancient). The buried deposits of the Metaponto coastal area have been distinguished in three units thanks to the facies analysis and mainly to the recognition of two important erosional surfaces. The lower unit (called substratum), found beginning from a depth variable from 13 m to 44 m moving seaward, is at least 76 m thick and made up of clayey-silty deposits, with interbedded sandy beds passing landward and upward to sandy and/or sandy-gravelly deposits. The lower boundary was not found, whilst the upper boundary is represented by an erosional surface (SE) highlighted by a lag deposit. The facies features of these deposits can be referred to offshore passing upward to shallow marine environments. The age is middle - late Pleistocene. The intermediate unit is bounded both on bottom and on top by erosional surfaces (SE and ST). This intermediate upper Pleistocene wedge-shaped unit, called “Metaponto buried plain deposits”, pinches out landward, passing from about 7 m to 0 m in thickness. It is made up of sandy-gravelly deposits of continental to shallow marine environments. The third upper unit erosionally overlies both the previous unit and the substratum by the ST surface. This unit is made up of sands and gravelly sands, and its thickness varies from 13 m to 48 moving seaward, and has been attributed to the progradation of a beach system, laterally linked to a deltaic system, and passing seaward to an offshore system. A lamellibranch shell yielded a not calibrated 14C age of 7.572±50 yr BP for these deposits. The overall collected data allow us to draw a geological map on 1: 25.000 scale that provides a new stratigraphic framework of the outcropping Metaponto plain deposits. Furthermore, the geological sections obtained also utilizing the boreholes allow us both to reconstruct the geometry of the buried deposits and to outline the evolutionary history of the Holocene transgressive prism along the coastal study area.

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