Integrated geophysical investigation applied to the definition of buried and outcropping targets of archaeological relevance in very shallow water

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Collocazione:
Il Quaternario Italian Journal of Quaternary Sciences, 22(1), 2009, 33-38
Autore/i:
S. PASSARO, F. BUDILLON, S. RUGGIERI, G. BILOTTI, M. CIPRIANI, R. DI MAIO, C. D’ISANTO, F. GIORDANO, C. LEGGIERI, E. MARSELLA & M.G. SOLDOVIERI
Abstract:

The results of a marine survey aimed at detecting archaeological targets in coastal areas by means the integration of different geophysical methods (multibeam bathymetry, high-resolution seismic, geoelectric and magnetism) are presented. The case study is a shipwreck recognised off the shore of Agropoli town (Salerno, southern Italy) over a sandy sea-bottom at about 5 m of water depth. Each geophysical method has its peculiarity and detection capability depending on a wide range of factors such as: geological setting, consistency and grain size of sea-bottom sediments, burial and nature (e.g. metallic/non metallic) of the targets, water depth, etc. It is worth stressing that there is a high reduction of the ambiguities inherent in each method when a multiple approach strategy is adopted. We believe that this type of investigation may contribute to establishing a quality standard for such a category of surveys that can be adopted by local administrators and coastal managers wherever archaeological exploration is required.

In questo lavoro presentiamo il risultato di indagini effettuate con l’utilizzo di diversi metodi di geofisica marina, finalizzate alla ricerca di oggetti di interesse archeologico in mare (si intendono compresi i relitti storici o contemporanei). Rilievi morfo-batimetrici, sismo-acustici, geoelettrici e magnetometrici sono stati effettuati al largo del litorale di Agropoli (Salerno, Italia meridionale) su un relitto di nave della seconda guerra mondiale posto a circa 5 m di profondità su un fondale sabbioso. Il caso di studio ha permesso di analizzare problemi ed inconvenienti correlati alle diverse tecniche geofisiche, in relazione a variabili quali: contesto geologico, natura e granulometria dei sedimenti al fondo, grado di seppellimento dell’oggetto, costituzione (metallica/non metallica) degli oggetti o dei relitti, profondità della colonna d’acqua, etc. L’utilizzo incrociato di dati derivanti da più tecniche di acquisizione ha permesso inoltre di ridurre sensibilmente il margine di errore interpretativo sulla natura degli oggetti e/o dei relitti osservati in sito. Lo scopo del lavoro è stato quello di individuare criteri standard di riferimento che consentano scelte oggettive delle tecniche di investigazione di geofisica marina da utilizzare per il rinvenimento di relitti in zone costiere. Una buona conoscenza, infatti, dei limiti e delle possibilità di ciascun metodo può influenzare positivamente la scelta delle amministrazioni locali impegnate nello sviluppo sostenibile delle zone costiere.

Abstract (PDF)

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