La risposta ambientale ed umana alle oscillazioni climatiche sub-orbitali dell’OIS3: evidenze geoarcheologiche dalla Piana di Colfiorito (Appennino centrale)

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Collocazione:
Il Quaternario Italian Journal of Quaternary Sciences, 17(2/1), 2004, 231-247
Autore/i:
Biagio GIACCIO, Mario Federico ROLFO, Simone BOZZATO, Fabrizio GALADINI, Paolo MESSINA, Mara SILVESTRINI & Andrea SPOSATO
Abstract:

Un ampia trincea ha permesso di investigare una successione stratigrafica del Pleistocene recente al margine nord-orientale del bacinointermontano della Piana di Colfiorito (Umbria-Marche). Lo scavo attraversa lo spartiacque appenninico a circa 760 m s.l.m. (selladi Fonte delle Mattinate; FDM) lungo una delle principali vie intermontane di questo settore della catena. Studi integrati, lito-pedostratigraficie archeologici, descrivono una dettagliata storia degli eventi geo-ambientali e dell’occupazione umana di quest’area strategicanel corso dell’ultimo Bond cycle dello Stadio Isotopico 3 (OIS3; ca. 38-29 GISP2 ka B.P.). La parte più bassa della sequenza è rappresentatada sedimenti di un sistema fluviale costituito da un canale attivo e un’adiacente piana soggetta alternativamente a episodi diesondazione e di pedogenesi, questi ultimi testimoniati da un profondo paleosuolo (Vertisuolo) datato a 31.510±860-30.970±310-28.910±390-28.300±790 14C anni B.P. Il paleosuolo è sepolto da diversi metri di sedimenti ghiaioso-limosi ascrivibili ad un sistema diconoide alluvionale attivo fra 25.930±325 e 24.150±120 14C anni B.P. Il paleosuolo e due sottili livelli limosi alla base delle alluvionihanno restituito manufatti del Paleolitico superiore ed altre tracce archeologiche compatibili con brevi, ma ripetuti episodi di occupazioniumana. I dati cronologici e stratigrafici disponibili indicano infatti che l’area del sito fu frequentata, probabilmente in manierasistematica, durante tutto il periodo di formazione del paleosuolo fino ai primi episodi di sedimentazione alluvionale che ne hannodeterminato il seppellimento. In termini di cronologia radiocarbonio questo periodo copre almeno l’intervallo compreso fra ca. 31 e 26ka B.P. La fase di pedogenesi a FDM, contemporanea ai primi episodi di frequentazione umana, risulta coeva ad un periodo di climamite che ha visto in un’ampia area dell’Appennino centrale la formazione di un diffuso paleosuolo datato nell’intervallo 33-29 14C kaB.P. e correlato ai primi millenni dell’ultimo ciclo di Bond dell’OIS3 (Greenland interstadial 8-7; ca. 38-34 cal ka B.P. in anni GISP2 icecore).La successiva fase di sedimentazione alluvionale e di contemporaneo abbandono del sito può essere invece correlata all’episodiodi estremo raffreddamento dell’Heinrich Event 3 (ca. 30-29 GISP2 ka B.P.) che chiude il summenzionato ciclo climatico di Bond.La coincidenza dell’abbandono di quest’area strategica con l’inizio dell’HE3 suggerirebbe che durante l’OIS3 le modificazioni geoambientaliassociate a questi eventi condizionarono pesantemente le strategie dei gruppi paleolitici, probabilmente limitando o modificandola mobilità nelle aree montane più interne dell’Appennino centrale.

The Colfiorito Plain is a Plio-Quaternary tectono-karstic intermontane basin of the Central Apennines, located at ~750 m a.s.l. A largeexcavation was recently made across the Fonte delle Mattinate (FDM) saddle, an important mountain pass along one of the main naturalway of the region connecting the Tyrrhenian and Adriatic side. Combined, litho-pedostatigraphic and archaeological analysesdescribe a detailed geoenviromental evolution and correlated human occupation history of this strategic area in the course of the lastBond cycle of the Oxygen Isotope Stage 3 (OIS3; ca. 38-29 GISP2 ka B.P.). The lowest part of the succession is related to a fluvialdepositional system, represented by an active channel and an adjacent floodplain which was in turn subjected to overbanking episodesand pedogenetic processes testified by an evolved paleosol (Vertisol) dated to 31.510±860-30.970±310-28.910±390-28.300±790 14Cyr B.P. The paleosol is buried by a thick sequence of gravely silty sediments ascribable to debris-flow-dominated fan depositionalsystem. Radiocarbon dates from the base and top of this unit place the this environmental shift between 25,930±325 B.P. and24,150±120 B.P. The paleosol and the two silty levels at the base of the alluvial fan sediments yielded Early Upper Palaeolithic artefactsand associated features consistent with brief, but frequent episodes of human occupation. The available stratigraphic and radiocarbondata indeed indicate that human occupation at FDM area was probably systematic, and lasted the whole period of the soil formationup until the first alluvial episodes responsible for its burial. In terms of the radiocarbon chronology, this period spans at least the intervalbetween 31,510±860, age of the oldest anthropogenic charcoals embedded in the paleosol, and 25,930±325, date of the uppermostdocumented archaeological layer of the sequence. The site being definitively abandoned after this latter date. Based on lithostratigraphicdata and chronology the FDM paleosol has been correlated with a pedomarker well documented throughout Central Apennine.Furthermore, regional pollen information and tephrochronological data suggest that the formation of both FDM and Central Apenninepaleosol(s) occurred during a mild and wet climatic phase corresponding to the firsts millennial of the last Bond cycle of the OIS3(Greenland interstadial 8-7; ca. 38-34 GISP ka B.P. The subsequent co-occurrence of geoenvironmental change and human abandonmentcan be correlated with the Heinrich event 3 (HE3; ca. 30-29 GISP2 ka B.P.), the last coldest episode of the above mentionedBond cycle. Such site evidence for synchronous geoenvironmental and human responses to the HE3, suggests that during the OIS3the environmental changes related to the HEs had a significant impact on Palaeolithic communities, probably limiting or modifying theirmobility in the Central Apennine mountains.

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