Elementi geologici sulla necropoli eneolitica della Selvicciola (Ischia di Castro - Viterbo)

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Collocazione:
Il Quaternario Italian Journal of Quaternary Sciences, 15(2), 2002, 221-227
Autore/i:
Claudio CARRARA, Eugenio CERILLI & Vladimiro VERRUBBI
Abstract:

La necropoli eneolitica della Selvicciola (metà del IV millennio - fine del III millenio a.C.) è situata a circa 7 km a SO di Ischia di Castro(Viterbo) sulla sponda sinistra del fosso Strozzavolpe. Lo studio dell'area, ancora in corso, è finalizzato alla definizione delle caratteristichegeo-morfologiche dell'ambiente del sito al momento dell'instaurarsi della necropoli e dell'interazione tra l'attività sorgentizia presente nell'area e quella antropica. Le tombe della necropoli sono state scavate al di sotto di una copertura di travertino, che funge da tetto,facente parte dell'estesa placca travertinosa di Monte Doganella-Monte Canino, di età compresa tra il Pleistocene medio e l'Olocene, e localmente ancora in via di deposizione.Il substrato vulcanico pleistocenico che ospita le tombe è fortemente pedogenizzato ed interessato da una superficie di erosione areale datata tra il Pleistocene superiore e l'Olocene, presente in tutta l'area. Lo studio della stratigrafia del sito ha permesso di identificare livelli di limi calcarei organici contenuti nella parte basale del travertino che copre le tombe,mentre nella porzione superiore, interessata da cavità carsiche, è presente un suolo organico bruno-nerastro. La datazione radiocarboniodi detti livelli (rispettivamente Cal BP 13180-11860 e Cal BP 2956-2774) suggerisce che il travertino, nel sito, ha iniziato a deporsi verso la fine del Tardiglaciale, prima dell'instaurarsi della necropoli, per proseguire fino al tardo Olocene a necropoli abbandonata. Sulla base dello studio di facies del travertino si può desumere che l'ambiente di deposizione all'inizio fosse fluviale fino a palustre con piccoli laghi e pozze. Durante la frequentazione della necropoli doveva essere caratterizzato dalla presenza di sorgenti ancora attive, conlocali pozze ed acque correnti canalizzate, probabilmente utilizzate e controllate dall'uomo, come è stato osservato in altre località vicine.I banchi più superficiali del travertino sono interessati da fenomeni carsici, connessi sia a una fase erosiva lineare molto intensa cheha approfondito notevolmente la rete idrografica e ha dissecato la copertura di travertino e il substrato vulcanico, sia a processi pedogeneticiche hanno dato luogo al suolo bruno organico.

Geological elements on the Eneolitic necropoli of Selvicciola (Ischia di Castro - Viterbo). The Eneolitic necropoli of Selvicciola (middle ofthe IV millenium - end of the III millenium a.C.) is located at about 7 km SW Ischia di Castro (Viterbo) on the left side of Fosso Strozzavolpe. The study of the area, still continuing, is aimed at the definition of geo-morphological features of the environment at thetime of establishment of the necropoli and of interaction between thermal springs present in the area and anthropogenic activity. Thetombs of the necropoli have been dug under a travertine cover, that acted as a roof, and is part of the very extensive travertine plate ofCanino, of an age ranging between Middle Pleistocene and Holocene and in places still precipitating. The Pleistocene volcanic substrate containing the tombs is strongly pedogenized and cut by an irregular erosion surface, occurring in the whole area of Canino, dated between Upper Pleistocene and Holocene. The study of stratigraphic sections allowed the recognition of calcareous organic silty levels in the basal part of the travertine cover, whereas in the uppermost portion, affected by karstic cavities, a blackish-brown organic soil occurs. Radiocarbon datings of the above-mentioned organic levels and soil (respectively Cal BP 13180-11860 and Cal BP 2956-2774)suggest that the travertine began to deposit towards the end of Lateglacial, before the establishment of the necropoli, and carried on until the late Holocene, until its abandonment. The facies analysis of travertine suggests that at the beginning the deposition environment could be fluvial to paludal. During the attendance of the necropoli the environment could be characterized by the occurrence of still active isolated springs, forming small running water resurgences and pools, likely utilized and controlled by human activity, as inother adjoining localities has been observed. The uppermost layers of the travertine cover, moreover, are affected by karstification, connectedto a new erosion phase that caused the watertable lowering, the strong deepening of the hydrographic network and the dissectionof the travertine cover and the substrate, as well as to pedogenetic processes that gave rise to the brown organic soil.

Abstract (PDF)

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