Evoluzione quaternaria del bacino di Leonessa (Rieti)

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Collocazione:
Il Quaternario Italian Journal of Quaternary Sciences, 21(2), 2008, 457-468
Autore/i:
Giandomenico FUBELLI, Emanuela FALCUCCI, Alessandro MEI & Francesco DRAMIS
 

FUBELLI G., FALCUCCI E., MEI A.& DRAMIS F. (2008) – Carta geologica del Quaternario del bacino di Leonessa (Rieti). Scala 1:50.000. Geological map of the Quaternary deposits of the Leonessa basin (Rieti). 1:50,000 scale. In: Fubelli G., Falcucci E., Mei A. & Dramis F. (2008) - Evoluzione quaternaria del bacino di Leonessa (Rieti). Il Quaternario, 21(2), 457-468, 1 tav. f. t.

 

Abstract:

Il bacino di Leonessa è una delle maggiori depressioni tettoniche intermontane dell’Appennino Centrale. A differenza delle altre depressioni, disposte in direzione appenninica con la faglia bordiera principale sul lato orientale, il bacino è orientato in senso WNW -ESE ed ha la faglia bordiera principale sul suo margine sud-occidentale.
Il più antico deposito di origine continentale che riempie la depressione non è affiorante ed è stato rinvenuto solo in alcuni sondaggi. E’ costituito da alternanze di sabbie-argillose e ghiaie, attribuite da GE.MI.NA. (1963), ad un generico Pliocene. I sedimenti affioranti sono stati distinti in sintemi. Quello stratigraficamente più basso è il Sintema di Villa Pulcini, costituito da un alternanza di argille, argille torbose, marne e sabbie argillose di ambiente deposizionale da lacustre a piana a canali intrecciati (braided plain), attribuibili alla parte alta del Pleistocene inferiore. Il Sintema di Villa Pulcini è parzialmente coperto dal Sintema di Leonessa, costituito da depositi di conoide alluvionale (conoide della Vallonina) a ovest e da depositi lacustri a est, ambedue contenenti, nella parte alta, intercalazioni di vulcaniti risedimentate. Il ritrovamento di un molare di M. (M.) trogontherii all’interno di depositi alluvionali consente di riferire al Galeriano (U.F. Slivia - ? U.F. Fontana Ranuccio) la porzione basale del sistema.
I due sintemi precedenti sono coperti a tratti da sabbie e sabbie argillose rossastre (Sintema di Terzone), con spessore che raramente supera i 5 metri, ricche di elementi vulcanici rimaneggiati. Nella parte più meridionale del bacino, all’interno della profonda incisione del Fosso Tascino, sono localmente presenti due ordini di terrazzi alluvionali. Attualmente il Fosso Tascino mostra un tipico esempio di letto a canali intrecciati (braided), con una piana che supera i 100 m di larghezza. Nella zona di raccordo tra il versante NE del Monte Tilia e i Sintemi di Leonessa e di Terzone, sono stati riconosciuti due ordini di conoidi alluvionali sovrapposti, costituiti in prevalenza da sedimenti ghiaiosi con una minore componente sabbiosa, poggianti in discordanza sui sedimenti più antichi.
La definizione degli eventi erosivo-deposizionali che hanno contraddistinto l’evoluzione del paesaggio nel bacino di Leonessa costituisce un passo ulteriore verso un più preciso inquadramento temporale dell’attività tettonica distensiva, del sollevamento regionale e dei cambiamenti climatici che hanno portato all’attuale assetto geomorfologico dell’Appennino Centrale.

The Leonessa basin is one of the major intermontane tectonic depressions of Central Apennines. Unlike the other depressions, characterised by an Apenninic trend with a the master fault on the eastern side, the Leonessa basins has a ENE - WSW orientation and the master faul on the southern side.
The filling materials include four synthems. The oldest syntheme detected only by drilling, is made of clayey-sandy-gravellyl sediments.
It is followed upward by clay, peaty clay, marl and clayey sand (Villa Pulcini Syntheme) which testify lacustrine/ braided river plain environment, final Lower Pleistocene in age. The Leonessa Syntheme partly overlays the Villa Pulcini Syntheme. It is made of alluvial fan deposits (Vallonina fan) in the western sector of the basin, and of lacustrine deposits in its eastern sector, both containing interbedded volcanoclastic levels. The occurrence of a M. (M.) trogontherii within alluvial gravels allowed to refer the lower part of the Syntheme to the Galerian (U.F. Slivia- ? U.F. Fontana Ranuccio, lower part of the Middle Pleistocene).
The Terzone Syntheme unconformably overlays the two previous synthemes. It is made of reddish sand and clayey sand rich in reworked volcanic material. The syntheme thickness does not bypass 5 metres.
The southernmost part of the basin is deeply incised by the Tascino Creek within which two order of alluvial terraces are present. The present watercourse portrays a 100 m wide braided river plain. Two superposed alluvial fans unconformably overlay both Leonessa and Terzone synthemes in the area between the Mt. Tilia north-estern slope and the basin floor. They are made of conglomerate deposits with a small percentage of sand.
The definition of the erosional-depositional events controlling landscape evolution in the Leonessa basin may represent a further step to a more precise understanding of the morphogenetic role and temporal framework of extensional tectonics, regional uplift and climate changes in the geomorphological evolution of the central Apennines.

Abstract (PDF)

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